Parlare al pubblico non è facile. Nessuno ce lo insegna e ciò nonostante è richiesto in molte situazioni. Essere capaci di pronunciarsi davanti a un gruppo di persone, in un’aula, davanti al professore o di fronte alla platea di un teatro è una capacità spesso fondamentale per determinati ambienti e certi ambiti lavorativi. I problemi a cui si va incontro quando si parla in pubblico sono molti.

La paura è tanta e spesso riconducibile ad una forte ansia da prestazione! Se anche a te è capitato di trovare qualche difficoltà nel parlare in pubblico, se hai paura a farlo o stai per affrontare un momento simile ti consiglio questo articolo di psicologia. Ti spiego un metodo che spesso insegno durante i miei incontri di formazione su come riuscire ad aprirsi in pubblico senza il timore di farlo.

Qual è il metodo? Io lo chiamo “Metodo del Cyrano de Bergerac”.

Cyrano de Bergerac e il suo “problema” a parlare in pubblico!

Immagina che il tuo problema a parlare in pubblico sia dovuto ad una voluminosa deformità: il naso, per esempio! Hai un naso decisamente sproporzionato, proprio come quello del giovane Cyrano de Bergerac.

Cyrano, celebre protagonista della commedia di Edmond Rostand, è uno scontroso spadaccino francese – vissuto in Guascogna nella metà del 1600. Cyrano era brutto: il suo naso è davvero enorme! Questa sua protuberanza lo metterà in difficoltà, durante la storia, nell’avvicinarsi alla cugina Rossana, di cui è segretamente innamorato. Non avrà paura, invece, davanti al pubblico di un teatro, non si vergognerà a parlare di fronte ai suoi compagni o dinnanzi alle più alte cariche dello Stato. Perchè? Ebbene, Cyrano utilizzava uno stratagemma a mio parere straordinario per scardinare le difficoltà e combattere l’ansia da prestazione! Eccone un esempio, contenuto nel primo atto:

Enorme è il mio naso!
Vile camuso, testa rotonda, liscia, vaso!
Sono molto orgoglioso di questa mia appendice,
se è vero com’è vero ch’essa è rivelatrice d’uomo affabile, buono, cortese, liberale, coraggioso e di spirito come io sono e quale voi non ci arrivereste a credere che esista, o stupido marrano…
Di slancio, di buongusto, lirismo, grinta, genio, pittoricità:
di naso insomma, come quella rotondità,
che il mio calcio vi cerca nel fondo dei calzoni!

Problemi a parlare in pubblico? Anticipa l’ansia!

Il metodo del “Cyrano de Bergerac” consiste nell’anticipare i propri difetti e battere sul tempo l’ansia. Pronunciarsi prima che i fatti possano accadere può essere un ottimo esercizio per superare l’angoscia del:

“Oh, cielo… e se mi vedranno balbettare?”

“Mi colorerò di rosso dalla vergogna: mi giudicheranno tutti”

“Speriamo di non tremare, altrimenti mi derideranno…”

Presentarsi nella propria integrità (difettucci compresi), informare il pubblico di qualche nostro possibile inciampo, può alleviare la preoccupazione di ciò che sarà. Cyrano, in maniera eccellente, dà una cornice fantasiosa del suo grosso naso: ne è persino orgoglioso! Per evitare l’insulto, Cyrano… che fa? Si affronta per primo! Anticipa le critiche e i giudizi e condivide il proprio naso con il pubblico! Il cadetto si fa coraggio e diventa capocannoniere della propria analisi. Si mette a nudo e ironizza su quello che lui crede un suo difetto, e che poi sarà parte della sua fortuna!

Ma perché svelare i propri “punti deboli” prima ancora di cominciare qualsiasi tipo di discorso?

Cyrano: quando la tua imperfezione diventa un tesoro comune

È inutile, passano gli anni, i secoli, ma a Cyrano si continua a volergli un gran bene. Ad oggi, la commedia del Cyrano de Bergerac è una delle opere teatrali più portate in scena. C’è un affetto naturale verso questa figura, una relazione davvero forte che coinvolge chiunque abbia il privilegio di viverlo a teatro. Perché? Ebbene, Cyrano crea una grande complicità. Il ragazzo dal naso abbondante si svela al suo pubblico e si concede al confronto alla pari: mantiene la sua posizione autorevole e tuttavia crea un desiderio di relazione davvero attraente.

Insomma, Cyrano genera una vicinanza che coinvolge! Il cadetto davanti a tutti dice “Io sono così e desidero comunque parlare con tutti voi, me lo concedete?” Capisci bene, che la responsabilità si distribuisce tra gli attori del dialogo: diventa tanta per ogni partecipante alla relazione.

Accade così anche per noi; se anticipiamo le nostre difficoltà c’è una buona probabilità che chi ci ascolti modifichi il proprio ruolo da uditore a supporter del momento di confronto. L’attenzione salirà, l’atmosfera si caricherà di altruismo e il desiderio della buona riuscita della giornata sarà ripartita tra i partecipanti.

Inoltre, riuscire ad anticipare i sintomi dell’ansia significa anche smorzarne la potenza: nel momento in cui mi concedo di sbagliare, ho sconfitto l’ansia.

Ma questo non significherà mica farmi compatire?

Qualcuno potrebbe dire: “Ma fare un elenco delle mie difficoltà, non equivale a farmi compatire?”. È una domanda lecita e sensata, tuttavia credo fermamente che denunciare quelli che noi consideriamo i nostri difetti non sia uguale al farsi compatire. Cyrano non cerca il compianto: non trova delle scuse per non esporsi. Lui vuole agire! Desidera parlare! Non apre un siparietto drammatico dove piange sperando che qualcuno tra il pubblico lo inviti a sedere e a parlare la prossima volta.

No! Cyrano abita il suo limite con ironia e volontà! Crea un intreccio di coscienze, volte tutte all’obiettivo finale – tutte con le loro particolari qualità e i loro affascinanti difetti.

Quindi, la prossima volta che abbiamo a che fare con il pubblico, cerchiamo di recuperare il coraggio, abbandonare la corazza pesante della paura e danzare a fioretto, consapevoli dei propri confini ed entusiasti di poter condividere un momento di naturalezza umana: una poesia straordinaria, proprio come quella del modello del Cyrano de Bergerac.

Cyrano de Bergerac: monologo del naso

Qui ti riporto, per amore della poesia e del testo, il celebre monologo del naso con cui Cyrano si difende davanti al Visconte di Valvert che giudica il naso del ragazzo “solamente” grande! Ecco la bellissima risposta di Cyrano:

CYRANO: Ah no. Non è molto, messere. Ce n’erano, oh Dio, ce n’erano di insulti a ben vedere. Variando il tono dire..  Per esempio, sentite:
Aggressivo – se avessi per naso un monolite io me l’abbatterei sulla pubblica piazza.
Amichevole – deve sguazzarvi nella tazza, munitevi di giara quando voleste bere.
Descrittivo – è una rocca, è un picco, è un belvedere,
che dico un belvedere, penisola, altroché.
Curioso – a cosa serve quell’oblungo canapé?
Nasconde uno scrittoio? Oppure un portaombrelli?

Grazioso …

Amate forse a tal punto gli uccelli
che padre, sposo e amante, offrite una torretta
perché vi si ristorino dal becco alla zampetta?
Catastrofico – quando, signore, voi pipate,
gli sbuffi dal naso vengon fuori a folate,
non vi gridano intorno: “S’è incendiato il camino”?
Cortese – se la testa vi inciampa in quel gradino,
attento a non cadere e lasciarci le cuoia.
Dolce – dovete alzarvi una minima tettoia,
se no il color nasale al sole si sbiadisce.

Saggio:

“Solo una bestia,” Aristofane ammonisce,
chiamata ippocampelefantocamaleonte,
può avere tanta carne sull’osso sotto fronte.”

Drammatico – è un Mar Rosso, quando ha l’emorragia.
Ammirativo – oh, insegna di gran profumeria!
Lirico – è una fontana, e voi siete Tritone?
Naif – il monumento quand’è in esposizione?
Militaresca – carica con la cavalleria!
Pratico – lo infiliamo in qualche lotteria? Non v’è dubbio, signore, sarà il premio più grosso.
E parodiando – Piramo, piangente a più non posso:
“Ecco quel naso che del volto del padrone distrusse l’armonia! Ne arrossisce il fellone!”

Ecco che cosa più o meno avrei sentito dire…

se di lettere e spirito foste stato munito.
Ma di spirito voi, bel saccone di pelle,
non ne aveste un sol alito,
e di lettere quelle con cui si scrive la parola “Scarafaggio”.
Aveste per ipotesi avuto poi il coraggio
di provocarmi in pubblico, in piena galleria,
servendovi di simile, amara allegoria,
voi non sareste riuscito a balbettar l’inizio della metà di un suono:
perché io mi delizio di dirmele da me, facendone anche incetta,
ma non permetto mai che un altro si permetta.

A presto,
Giuseppe Marino

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