Paura, terrore, fobie. Tante volte capita di trovarci di fronte a ostacoli insormontabili, che ci bloccano e ci spaventano. Alcuni tra questi timori sono fondati, altri sono decisamente insoliti (vedi ad esempio “10 fobie di cui non eri a conoscenza”)… ci sono poi paure che si associano a contesti, motivi o incontri che generalmente non dovrebbero creare così tanto spavento, eppure a noi fanno venire i brividi. Come mai? Da cosa e come si genera una paura simile? Te lo spiego in questo articolo del mio blog di psicologia, raccontandoti del famoso caso del piccolo Albert!
➡ BREVEMENTE: se un momento di spavento viene associato ad uno stimolo neutro presente durante l’esposizione è possibile che da quel momento in poi si generi una paura anche per lo stimolo precedentemente innocuo!
➡ CON PRECISIONE: all’interno dell’articolo trovi la spiegazione di come sia possibile associare alcuni stimoli a un forte senso di paura; l’esperimento più famoso in merito è certamente quello del piccolo Albert …
Come farò a ricordarmi tutto quello che leggerò?
Ti piacerebbe ricordare davvero ciò che leggerai? Ti do questo consiglio:
- Leggi l’articolo come se fossi un insegnante e dovessi preparare una lezione per i tuoi alunni;
- Entro 48 h racconta, spiega o condividi con qualcuno l’articolo che hai letto.
Se seguirai questi due piccoli step, riuscirai a padroneggiare il tema in modo davvero efficiente e interiorizzandolo ti sarà più facile applicarne i contenuti e gli insegnamenti nella vita di tutti i giorni!
Per approfondire dai un’occhiata anche a: “Come trasformare i contenuti degli articoli che mi interessano in benessere pratico.”
Albert bambino paffutello e in buona salute…
Siamo nel 1920. Il piccolo Albert ha circa 9 mesi: è un bimbo cicciottello ed in buona salute, entra con la mamma nello studio del Dott. John Watson. Il Dott. Watson è un famoso psicologo della Johns Hopkins University: si occupa principalmente di comportamentismo, ovvero quella branca teorica della psicologia che studia con particolare interessa il comportamento (umano e non…).
Albert era stato chiamato per fare un esperimento. Perchè proprio Albert? Beh, Albert era un bimbo speciale: difatti aveva sempre vissuto con la madre all’interno di un ospedale. Questo lo rendeva sempre disponibile per l’esperimento. In cosa consisteva?
«Un esperimento che potrebbe arrecare un danno relativamente lieve»
La donna accettò quello che da lì in avanti diventò uno tra gli esperimenti più famosi della storia della psicologia.
L’esperimento con il piccolo Albert
L’esperimento cominciò. Albert si trovava in una stanza e giocava con uno sperimentatore. All’improvviso entrò nella stanza un’altra persona, brandendo un grosso ferro metallico ed un martello. Senza alcun preavviso, il nuovo arrivato colpì con forza la sbarra di ferro ed il piccolo Albert ne fu terrorizzato. Cominciò a guardarsi in giro, mentre l’uomo continuava a suonare ripetutamente l’asta di ferro. Alla fine l’emozione fu troppa ed il piccolo Albert cominciò a piangere dalla paura e dallo spavento.
La prima parte dell’esperimento era conclusa.
Albert il bimbo senza paura!
Dopo qualche tempo, si passò alla fase successiva. Ad Albert furono presentati diversi oggetti ed alcuni animali: un topino bianco, un coniglio, un cane, alcune maschere mostruose e tanti altri oggetti. In quel frangente, però, Albert non accennò neppure un filo di paura. Non era per nulla intimorito dal topino, come dal coniglio; non aveva paura del cane, ne tanto meno delle maschere. Nessuna fobia! Insomma, sembrava che Albert non fosse particolarmente scosso da questi stimoli.
Quando i topi diventano mostri
All’età di 11 mesi Albert affrontò l’ultima parte dell’esperimento: la più forte!! Si trovò in una stanza con un piccolo topino bianco. Il bimbo lo vide, sorrise, e fece per acchiapparlo. Il visino di Albert era pieno di felicità, quando ad un certo punto, senza preavviso uno sperimentatore suonò la sbarra con il martello: quella stessa lista di ferro che aveva tanto terrorizzato Albert qualche mese prima. Il bambino si pietrificò e cadde con la faccia sul lettino.
Albert fece per rialzarsi e cercare il topolino, ma ecco di nuovo quel suono!! Ogni volta che il bimbo provava a giocare con il topolino, il suono esplodeva nella stanza. Ad un tratto il topo acquisì un significato particolare per Albert: era diventato un mostro!!
“Non appena veniva mostrato il topo, il bambino cominciava a piangere. Quasi immediatamente si girava verso sinistra, cadeva sul lato, si metteva a gattoni e cominciava a allontanarsi così rapidamente che veniva fermato a fatica prima di raggiungere il bordo del tavolo.”
L’esperimento era riuscito: Albert aveva associato al topino (uno stimolo neutro) il terrore per il suono della sbarra (stimolo elicitante). Ma non solo… la paura per il topo bianco fu talmente radicata in Albert, che il bimbo cominciò a trasferirla a tutto ciò che poteva vagamente somigliare ad un topo bianco (come ad esempio un coniglietto) e a qualsiasi cosa che riconducesse ad una pelliccia bianca… non ci crederai, ma Albert aveva persino paura di Babbo Natale.
Qui sotto puoi vedere l’esperimento:
Da cosa nasce una paura insolita?
Il caso del piccolo Albert è un esperimento che ha fatto tanto discutere sulle modalità di esecuzione: oggi un esperimento simile non è (fortunatamente) più possibile. Ciò nonostante, il caso del piccolo Albert ci fa riflettere sulle modalità con cui può generarsi una paura insolita. Il nostro cervello funziona anche per associazioni; così capita che uno stimolo innocuo, se presente durante un evento fortemente terrificante, può essere inevitabilmente associato all’emozione di quel momento e fungere da ricordo in momenti successivi.
➡ Tutto questo, a volte, può diventare invalidante: in casi simili ricorda sempre che puoi fare affidamento sullo psicologo per un supporto e un sostegno attento e professionale!
A presto,
Giuseppe Marino