«Ehi, mi stai ascoltando?» Quante volte hai pronunciato questa frase? Quante volte te l’hanno detta? A volte capita che qualcuno fatichi ad ascoltarti; tante volte non ci presta ascolto, qualche volta non coglie il significato delle nostre parole. Accade anche a noi!
- Ci sono momenti in cui non presti attenzione?
- Qualche volta – per fatica o distrazione – perdi parti di un colloquio o di una chiacchierata?
Ti è mai capitato di accorgerti solo dopo un fatto spiacevole, che qualcosa si poteva evitare, magari con una frase o una domanda in più? Magari, invece, la situazione era destinata a volgere in quella direzione e cocciutamente hai provato a modificarla!?
Succede! Ascoltare non è facile. Serve impegno e pratica. Serve concentrazione. È un po’ come andare in palestra o cominciare la dieta: i primi momenti sono i più difficili. Occorre rompere degli schemi a cui eravamo abituati, sottoporci a uno sforzo a cui non eravamo pronti… Però, credimi, i risultati si vedono! È una lezione che ho imparato con il tempo, negli anni di professione:
- In studio, con i pazienti – nel riuscire a cogliere meglio i loro bisogni e raggiungere armonicamente il benessere psicologico;
- Durante la formazione: per cucire su misura ogni incontro o lezione rendendola più interessante per i partecipanti;
- Nei rapporti di lavoro e con i colleghi: promuovendo la condivisione e il confronto!
Ma il premio della fatica dell’ascolto si dischiude anche in moltissimi altri contesti: a casa, in famiglia, tra gli amici, nel legame di coppia; dovunque vi sia relazione, lì ognuno di noi può guadagnare una ricchezza affascinante! Vuoi un esempio pratico e veloce dei vantaggi del “saper ascoltare”? Va bene! Per questa dimostrazione ti racconto cosa mi è capitato qualche giorno fa in auto…
Vuoi rendere davvero utile ciò che leggerai?
Ti piacerebbe creare un effetto farfalla, per cui da una semplice lettura puoi dar vita ad un’autentica rivoluzione? Ti consiglio allora di leggere anche questo breve articolo su “Come trasformare i contenuti che ti interessano in benessere pratico.”
Il vantaggio di saper ascoltare: la mia esperienza, in macchina con Vivaldi…
Qualche giorno fa mi è capitato di tenere un corso di formazione a Gallarate, vicino a Milano. Mentre viaggiavo in autostrada, alla radio hanno trasmesso l’incipit della Primavera di Vivaldi (ora non ricordo se fosse tutto il brano oppure solamente un piccolo intermezzo di qualche pubblicità per detersivi). Lo conosci, no? Almeno una volta sono certo che l’avrai sentito o canticchiato.
Ma… Conosci i segreti che racchiudono tra le sue note? Ebbene, devi sapere che tra i pentagrammi della melodia sono nascosti alcuni segreti del nostro “saper ascoltare”. Ti spiego il perchè!
Dalle note alla primavera: la differenza tra sentire ed ascoltare!
Forse quello che sto per dirti ti suonerà famigliare! Magari, durante gli anni di scuola, una brava professoressa di musica – prima di darti in mano il flauto per zufolarla – ti avrà spiegato con cura la magia che nasconde la melodia di Vivaldi.
Ebbene, devi sapere che per ogni stagione che compone il concerto, Antonio Vivaldi ha scritto un sonetto che spiega esattamente ciò che andrai ad ascoltare!
La Primavera, ad esempio, è divisa in tre parti:
- Allegro
- Largo e pianissimo sempre;
- II° Allegro
Il primo movimento, ovvero la melodia che tutti noi conosciamo, non sono note, ritmi ed accordi scelti a caso. Tutto ha un significato preciso. Il primo Allegro apre i nostri occhi sulla nascita della Primavera. Nella poesia Vivaldi ci racconta che la verde stagione è arrivata e gli uccellini la salutano in festa. I ruscelli scorrono tranquilli, accompagnati dal soffio dolce dei venti Zeffiri. Piano piano, il cielo lontano comincia a coprirsi. Tra non molto ci sarà la pioggia: i lampi ed i tuoni primaverili l’annunciano e con la loro voce fanno tacere per un attimo gli uccelletti: ma per poco, torneranno – difatti – ben presto a cantare…
Ecco, questo è ciò che si cela dietro il primo movimento della Primavera di Vivaldi. Ora prova ad ascoltare il motivo e ti accorgerai dell’entusiasmante differenza tra il tuo prima ed il tuo adesso!
Spettacolare, vero? Pensa a quante volte hai sentito questo motivetto e a quante poche volte invece lo hai seriamente ascoltato ed apprezzato per la sua complessità…
Migliora la tua vita allenandoti ad ascoltare!
“Non so proprio cosa abbia da lamentarsi”…
“Proprio non ti capisco!!”
“Non avrei mai detto che fosse capace di tanto…”
Quante volte accade, per stanchezza o disattenzione, di prestare poco ascolto ai segnali del mondo?
Quando si comincia ad ascoltare, si ha una visione molto più ricca dell’esperienza, affascinante e completa. Allora, diventa più facile gestire al meglio i rapporti, capire meglio le relazioni. Con il tempo riesci persino ad ascoltarti in maniera più consapevole; La grande sfida è – infatti – quella di un ascolto attivo su noi stessi: riuscire a prendere in mano la propria vita significa riuscire ad accordarla in una melodia più bella.
Per cui proviamo sempre a riflettere su ciò che sentiamo e proviamo a tramutarlo in ascolto. Fai una domanda in più, non lasciarti confondere dai pregiudizi o dagli stereotipi: allenati ad ascoltare. Allora qualsiasi relazione prenderà una sonorità differente, magari non necessariamente più bella, ma sicuramente più armonica e quindi più facile da apprezzare.
E forse, così, riusciremo tutti a tramutare la nostra vita in una favola: una meravigliosa melodia, per tutte le stagioni dell’anno.
A presto,
Giuseppe M.
Per approfondire: la poesia della Primavera di Vivaldi
Se vuoi approfondire l’argomento e cominciare da subito ad allenarti nell’ascolto; ecco di seguito il sonetto completo della Primavera di Vivaldi e la sua parafrasi.
Allegro
Giunt’ è la Primavera e festosetti
la Salutan gl’ Augei con lieto canto,
e i fonti allo Spirar de’ Zeffiretti
con dolce mormorio Scorrono intanto:
vengon’ coprendo l’aer di nero amanto
e Lampi, e tuoni ad annuntiarla eletti
indi tacendo questi, gl’ Augelletti
tornan di nuovo al lor canoro incanto:
Largo e pianissimo sempre
E quindi sul fiorito ameno prato
al caro mormorio di fronde e piante
dorme ‘l Caprar col fido can’ à lato.
Allegro
Di pastoral Zampogna al suon festante
danzan Ninfe e Pastor nel tetto amato
di Primavera all’apparir brillante.
Allegro
È giunta la Primavera e festosetti
La salutano gli uccellini con un lieto canto,
e i ruscelli, al soffiar degli Zeffiri,
scorrono con un dolce mormorio:
l’aria si compre di un nero manto
e i lampi e i tuoni annunciano il temporale
facendo tacer gli uccelletti
che tornano presto di nuovo a cantare:
Largo e pianissimo sempre
E quindi, sul piacevole campo fiorito,
guidato dal mormorio delle fronde e delle piante
dorme il capraio con il cane fedele al fianco.
Allegro
Al suono festoso di una zampogna,
danzano festosi le ninfe ed i pastori dove
la Primavera si mostra brillante.