Fobia dell’ascensore? Non è poi così rara. Spesso si sente parlare del terrore per gli ascensori, della paura a prendere un ascensore, anche quando la meta da raggiungere è in vetta al palazzo! Ma da cos’è la fobia dell’ascensore? Da cosa deriva? Te lo spiego!
Fobia dell’ascensore: quando i benefici non bastano a togliere la paura!
È presente in tantissime palazzine, soprattutto quando i piani sono tanti. È funzionale, è pratico, è veloce. Per chi ha qualche difficoltà a fare le scale, per chi è in ritardo o pigro è la soluzione per arrivare a qualsiasi piano dell’edificio schiacciando un semplice pulsante: stiamo parlando dell’ascensore. Nonostante l’elenco propositivo, l’utilità del mezzo non riesce a sradicare alcuni timori legati al suo impiego. Sono molte le persone che provano fastidio o che si sentono a disagio in ascensore (o almeno sono molte di più di quelle che hanno paura dei cucchiai!). Per alcuni è davvero una sfida, un ostacolo che mette a dura prova la nostra mente e il nostro corpo. Per qualcuno, poi, l’ascensore si tramuta in una fobia e diventa un luogo inaccessibile.
Una domanda banale, ma non troppo… cos’è un ascensore?
Può sembrare una domanda banale, ma ci siamo mai chiesti che cos’è un ascensore? Abbiamo detto che l’ascensore è uno strumento che occorre per arrivare da un piano all’altro, in modo veloce e poco faticoso. Quando pensiamo a un ascensore, quindi, ci dovrebbe venire in mente la sua utilità, la funzione per cui è stato creato. Insomma, un frullatore serve per frullare, un’automobile per spostarci, un gioco da tavolo ci offrirà qualche ora di svago in compagnia… ecc. Per persona con un disturbo fobico per gli ascensori non è esattamente così. L’ascensore non si manifesta come uno strumento per salire e scendere, ma come uno spazio ristretto chiuso dove è possibile soffocare, magari rimanere incastrati per ore o, peggio ancora, precipitare nel vuoto! Nasce il panico da ascensore!
Effettivamente l’ascensore può bloccarsi o cadere…
Certo un ascensore si potrebbe bloccare, fermare, danneggiare ecc… D’altro canto un frullatore potrebbe guastarsi e far schizzare il pesto sulle pareti, una macchina potrebbe forare, la partita di Risiko potrebbe tramutarsi in una zuffa spezza-amicizie. Le possibilità legate a un momento o a un oggetto non si limitano alla sua forma principale, ma tutti ci troveremmo d’accordo nel considerare alcuni incidenti molto poco frequenti e certamente insoliti (tranne forse durante le partite di Risiko 🤣). Anche chi soffre di un disturbo fobico ha chiaro questo concetto: chiunque riuscirebbe a valutare l’eventualità che un determinato evento si verifichi, oppure no. Eppure questo non basta per tranquillizzare. Cosa succede? Perché nonostante la consapevolezza che un ascensore difficilmente possa darci dei grandi grattacapi, il disturbo fobico o il fastidio per l’ascensore si presentano?
Sorridi e il mondo ti sorriderà
Facciamo una piccola digressione:
Immagina di essere un medico. Davanti a un paziente con un po’ di febbre non vedresti solo una persona sofferente, ma virus e batteri, bronchi e polmoni, medicine e soluzioni efficaci;
Se tu fossi il parente della persona malata, vedreste legami e rapporto famigliari, sarete toccati da una relazione di cura, differente da quella del dottore.
Se invece foste un poeta magari nel paziente cogliereste la sofferenza umana, forse metafore sulla caducità della vita o similitudini con fiori d’inverno e vulcani incandescenti. Insomma, stesso fatto, ma diversi significati.
Cosa vuol dire? A seconda del nostro modo di vedere il mondo, il mondo ci appare.
“Il mondo è una mia rappresentazione”: ecco una verità valida per ogni essere vivente e pensante.[Arthur Schopenhauer]
Tu chiamali se vuoi… ascensori
Fai finta di essere una persona ansiosa e fortemente emotiva. Il tuo modo di tradurre il mondo potrebbe essere filtrato allora da una costante attenzione al pericolo. Tutto questo si accompagna a una serie di conseguenze fisiologiche specifiche dell’ansia o della fobia:
- Tremori;
- Sudorazione;
- Senso di soffocamento
- Ecc…
Il tuo filtro sarà quello del:
“Quanto questa persona, quella cosa o quella determinata situazione può essere imprevedibile o potenzialmente pericolosa?”
In quel preciso istante l’ascensore acquista un senso a partire da una predisposizione all’ansia [Puoi leggere anche “sei una persona che va in ansia, oppure sei una persona ansiosa?].
Se mi ritrovo in uno stato di “terrore emotivo” il mondo mi si manifesterà a partire dalla mia condizione. Come per il medico, per il famigliare o per il poeta una persona malata acquista diversi significati, così per chi soffre di claustrofobia un cinema non si presenterà subito come un luogo dove godersi un film, ma come una stanza buia e chiusa. La prima cosa che farà entrando sarà individuare le possibili vie di fuga.
➡ Allo stesso modo, un ascensore non mi si presenterà come un vantaggio o un aiuto, ma come un luogo chiuso e ristretto. È quindi una questione di filtri, di prospettiva e di graduatoria. La persona senza questo disturbo vedrà subito un mezzo utile per arrivare al ventesimo piano; il significato “potrebbe bloccarsi” forse potrà solo sfiorare la sua mente, oppure non arrivare affatto.
In conclusione …
Come ho scritto nel mio libro “Una vita da favola”:
Il mondo si manifesta a partire dal nostro modo di sentirci nel mondo e di avvertire il nostro corpo. Se siamo persone tendenzialmente ansiose o allarmate, ecco che il mondo si riempirà di significati volti a prevenire una situazione potenzialmente pericolosa. Questo meccanismo di auto-difesa, utilizzato in maniera equilibrata, può effettivamente migliorare la nostra vita e metterci in guardia da situazioni difficili.
Quando però questo mood diventa una costante, lo stato d’ansia finisce per condizionare la nostra vita e quindi ogni contesto che il mondo ci propone: ascensore compreso.
A presto,
Giuseppe M.