Quanto costa sottovalutare il malessere psicologico? Pochi giorni fa, in occasione della giornata mondiale della salute mentale, è emerso il tema del “costo dell’indifferenza al problema”.
Tante volte, infatti, si tende a sottovalutare il disturbo psichico. Per il 70% degli italiani parlare con lo psicologo è inutile e l’alternativa alla consulenza sarebbe statisticamente il confronto con amici e parenti, oppure il silenzio.
Sempre in questi giorni, ho avuto l’occasione di confrontarmi sul disturbo borderline; uno di quei disturbi che vengono spesso inflazionati con una frase del tipo:
“Quella persona è un po’ borderline, non è vero?”
Volevo quindi rispondere alla domanda: “Che costo ha sottovalutare il malessere psicologico?” proponendoti una breve riflessione partendo appunto dal disturbo borderline di personalità.
Come posso rendere utile tutto ciò che leggerò?
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Cos’è il disturbo borderline?
Nella mia pratica clinica, in studio a Stradella, mi sono capitati talvolta pazienti con un disturbo borderline di personalità. Questo è caratterizzato da una difficoltà a perseguire gli obiettivi (a breve e lungo termine) e da una disregolazione generale, che può avere risvolti:
Interpersonali;
Comportamentali;
Cognitivi;
Identitari.
In molti pazienti vi è un disperato sforzo ad evitare l’abbandono, una difficoltà nelle relazioni e un’impulsività che si traduce spesso in minacce, comportamenti automutilanti o gesti sucidari. Spesso si avvertono sentimenti di vuoto o di rabbia immotivata; talvolta vi sono ideazioni paranoidi o gravi sintomi dissociativi transitori, legati molte volte allo stress. Il disturbo borderline colpisce circa:
- Il 2% della popolazione generale;
- Il 10% della popolazione psichiatrica ambulatoriale;
- Il 20% di quella residenziale (Gross et al., 2002).
Le spese sanitarie: quanto costa supportare il disturbo borderline?
I dati ISTAT relativi al decennio 1988-98 attestano un incremento dei ricoveri massiccio. In dieci anni, da 4000 si passò a 12.000 ricoveri annuali. Quanto durano le degenze? Sono brevi, ma frequentissime. Pensa: anche se interessano soprattutto i momenti di crisi, la media dell’ospedalizzazione per ogni paziente è di circa 2 mesi l’anno. Questo dato ci fa già riflettere su quanto possa essere invalidante un disturbo di questo tipo (Guaiana, Barbini, 2006).
Circa il 60% dei pazienti con disturbo borderline ricoverati vengono nuovamente ospedalizzati entro i primi sei mesi. Le spese sanitarie? Sono stimate attorno agli 11.000 euro l’anno per paziente (Soeteman et al., 2008). Il costo è dato dal numero di degenze, di accessi in medicina (psichiatrica/generale) e di farmaci presi.
Il costo umano: dai comportamenti autolesivi al suicidio
La spesa sanitaria non è tutto. Nel disturbo borderline c’è un altro costo, molto più significativo: è quello umano.
Il 69-75% dei pazienti con disturbo borderline riporta comportamenti autolesivi; questi atti di autolesionismo si traducono nel farsi del male in varie forme (tagliarsi, bruciarsi, abuso di sostanze) oppure lenire l’altro (aggressività etero-diretta). La caratteristica di questi comportamenti? La maggior parte avvengono su base impulsiva. In quei momenti l’emotività è molto alta e difficile da gestire in modo autonomo.
L’autolesività si ricollega ad un altro rischio: l’alto tasso di suicidi. Una persona con disturbo borderline ha una probabilità di suicidio che va dal 3 al 9% (circa 400 volte quello della popolazione generale). Spesso questi gesti letali non sono su base ideativa: ovvero, l’atto non ha davvero come obiettivo la morte. Nonostante questo, c’è un alto rischio, perché l’autolesionismo espone ad un rischio molto più alto di suicidio, anche involontario.
Un percorso di riflessione per tutti
La malattia mentale esiste. Nasconderla non è la soluzione. Trascurare un problema, sottostimare il rischio, sminuire i segnali della psiche possono portare a conseguenze molto gravi. I costi sociali? Sono tanti. Anche se le spese sanitarie sono davvero robuste, sono solo la punta dell’iceberg del prezzo da pagare quando i disturbi psicologici vengono sottovalutati. La perdita di una persona cara, la trasformazione di una famiglia, la crisi di una relazione o di un rapporto affettivo sono alcune delle conseguenze devastanti dell’indifferenza la problema. È quindi necessaria almeno una doppia riflessione:
Sono riflessioni importanti, impegnative, faticose? Forse sì, ma se affrontate possono portare a grandi risultati per tutti.
A presto,