Qualche giorno fa sono stato contattato per un supporto psicoterapeutico via Skype. La persona in questione (che ringrazio per avermi concesso di citarla, garantendole comunque la privacy e l’anonimato), mi ha inviato il messaggio che segue:
Dottore, mi perdoni. Credo che ci sia seriamente qualcosa che non va. Da quando è cominciato questo periodo restrittivo per via del Coronavirus mi sento diverso. Prima ero attivo, energico, solare: lavoravo molto (ho un’attività in proprio), facevo sport e avevo una vita sociale ricca e dinamica. Ora invece sono fiacco e distratto. Sono sempre stanco. Inoltre, da qualche giorno sono particolarmente scontroso. Con mia moglie sono nervoso e mi accorgo che mi irrita tutto. Cosa mi sta succedendo? Lei mi può aiutare?
Devo essere sincero, in queste settimane di restrizione, domande di questo tipo sono frequenti: in questo momento, il senso di stanchezza e fatica è una costante che accomuna moltissime persone. Per tale motivo ho pensato che un articolo potesse far luce su ciò che sta accadendo, per dare una spiegazione alla stanchezza e qualche strategia per combatterla o alleviarla.
Prima del Coronavirus
La sveglia suona sempre al solito orario: 6.30. Con una serie di gesti automatici spengo l’ordigno, alzo le coperte, mi rigiro sul fianco e infilo le ciabatte. La giornata comincia. Il tragitto casa/lavoro (o casa/scuola) è una costante: lo conosco a memoria. Se ci penso potrei farlo ad occhi chiusi per quante volte l’ho fatto. Si apre il cancello, varco la porta e si comincia! Timbro il cartellino, incontro il collega indisponente, saluto il compagno di banco e parte il mio impegno quotidiano! L’obiettivo è chiaro: programmato nel tempo e pianificato nei minimi dettagli; oggi è un tassello in più per raggiungere la meta. Passano le ore e non me ne accorgo, tranne sul finire: un minuto prima di staccare il mio cervello fa partire un timer naturale che mi avvisa dell’imminente epilogo. Mi vesto, saluto e torno a casa, con la stessa disinvoltura con cui mi ero recato alla mia fatica quotidiana. Ceno e, a seconda del giorno della settimana, so come orientare la serata. Tutto questo accadeva, prima del Coronavirus.
La restrizione da Coronavirus: un salto fuori dal comune!
Abbiamo fatto un bel salto, vero? Ci è stato chiesto un grande sforzo su tantissimi fronti. Dall’oggi al domani abbiamo dovuto stravolgere la nostra vita di tutti i giorni. Niente più lavoro, scuola, relazioni e affetti; saltati gli impegni, i doveri, le ricorrenze, le feste.
La causa è certo valida, il motivo di fondo è di carattere primario e indispensabile, è necessario aiutare chi lavora in prima linea e coloro che non hanno avuto contatti diretti con la malattia sono privilegiati, tuttavia non possiamo negare che la restrizione per contrastare il Covid-19 non ci stia mettendo tutti (chi più e chi meno) in difficoltà. Questo senso di stanchezza, poi, è un sintomo decisamente comune. Il confinamento sta infiacchendo molti: diverse persone si sentono più stanche, irritate e nervose. Eppure è molto strano: non dovrebbe funzionare così. La riflessione comune a tanti miei pazienti di adesso è:
“Io proprio non capisco. Dormo quanto voglio, mi sveglio tardi, passo la mia vita dal frigo al divano, eppure mi sento più affaticato di quando lavoravo tutto il giorno. Come mai?”
Ebbene, a tutto questo c’è un senso, una logica, una risposta e… anche strategie e soluzioni per contrastare la spossatezza!
Perchè ci sentiamo stanchi e nervosi? Le abitudini, la mente e il Covid-19
Mentre leggevi la descrizione della giornata tipo prima della “reclusione forzata”, hai notato nulla? Ci sono tantissime azioni nel corso del nostro quotidiano che facciamo praticamente in automatico. Siamo abituati a determinate possibilità, siamo allenati a orari, scadenze, routine che diamo per scontate entro cui ci orientiamo senza prestarci particolare attenzione. Il nostro cervello è un organo previdente e nel corso dei secoli ha imparato a ridurre quanto più possibile l’utilizzo di risorse per tutte quelle azioni che svolgiamo regolarmente. Insomma, se un determinato compito rientra nelle mie routine, poco a poco richiederà sempre meno sforzo mentale.
È quindi chiaro come questo periodo ci metta in scacco: laddove il nostro tram tram di tutti i giorni è scomparso, viene richiesta alla nostra mente una grande quantità di energia per ricollocarsi nel mondo. Ci sono troppe “novità”, tanti stop a cui non siamo pronti. Le possibilità si riducono, e al contempo le routine si spezzano. Il nostro cervello è chiamato allora a bruciare molto più “carbone” per mettere in moto la macchina cognitiva. Da qui, spesso, il senso di stanchezza, spossatezza, sconforto, malinconia e irritazione. Ma come fare per combattere il malumore? Te lo spiego qui.
3 + 1 consigli per combattere la stanchezza da restrizione per Covid-19
Ci sono strategie per combattere la stanchezza e il senso di fatica? Ovviamente non esiste la ricetta adatta a chiunque: tuttavia alcuni accorgimenti possono essere validi e, se applicati, credo possano aiutarti concretamente a rispondere con efficacia alla fatica da confinamento:
A presto,
Giuseppe M.