Sono tornato da poco. Ero in fondo al mare. Assieme Al Centro Medici in Famiglia e in collaborazione con l’Associazione AIMuse ho affrontato un percorso residenziale, o meglio una vacanzina! … con alcuni ragazzi con mutismo selettivo.
Cos’è il mutismo selettivo?
È un disturbo poco conosciuto ed apparentemente raro che colpisce prevalentemente bambini, caratterizzato dall’incapacità di parlare in alcuni contesti sociali, nonostante lo sviluppo e la comprensione del linguaggio siano nella norma [da il sito di AIMuse].
In fondo al mare. Proprio come nella Sirenetta della Disney. Eravamo ad Armeno, sulle sponde del lago d’Orta. Educatori, psicologi e ragazzi: cinque giorni assieme. È cominciato tutto in un grande salone arredato all’inglese, con un lungo divano a ferro di cavallo che poggia su tre pareti della stanza.
Tutto è cominciato così.
Seduti sul divano: un mare fermo e calmo. Troppo calmo. Tra i cuscini stavano rannicchiati tanti ragazzi, timidi e intimoriti. Non un sorriso o uno sguardo curioso. Non c’erano tamburelli di mani o gambe a ciondoloni. E poi il silenzio, tanto silenzio che non sai come spezzare. E questo è forse il problema più grande: credere che davvero occorra sbaragliare il silenzio per fare rumore!
Eppure la Sirenetta ce lo insegna, che a volte barattare per un poco la voce è un tentativo di ritrovare se stessi o di ricomporsi per ricominciare a parlare una volta ben assestati. È servito mettersi in gioco: tutti, a cominciare da noi educatori e psicologi. Non è facile essere come Eric: premurosi, attenti, curiosi, coraggiosi e aperti alla novità. Non importa se il cuore❤ batte per una figlia di Tritone o un giovane del mare, bisogna scavalcare le ostinazioni del pregiudizio. Non è stato facile, ma abbiamo deciso di farlo e metterci alla prova! E in quel momento, proprio come Ariel, tante ragazze hanno deciso poco a poco di salire in superficie e cominciare a fare capolino tra le onde del mare. I ragazzi sono guizzati fuori dalla schiuma, come tanti Flounder e Sebastian.
Durante la settimana il mare ha cominciato ad agitarsi e ci ha travolti con tutto il suo entusiasmo.
Le piccole Ariel hanno cominciato a sorridere, a ridacchiare, a gustare il piacere del mondo. I ragazzi giocavano, si bisticciavano e correvano tanto. Ci hanno ricordato la bellezza della quotidianità: lamentarsi quando suona la sveglia⏰, uscire per una passeggiata, fare la spesa, capire la differenza tra scontrini e fatture, meravigliarsi in cucina, riconoscere l’importanza di chi ti sta accanto, ballare in strada, sognare ad occhi aperti, raccogliere un fiore🌺, regalare un sorriso 😊. L’entusiasmo è cresciuto come un onda e ci ha travolti tutti. Allora, qualcuno, ha parlato. Un fracasso di cuori ha raccolto le parole ed è stato bellissimo. Qualcuno, invece, non ha parlato: ed è stato altrettanto bello e forte e meraviglioso cogliere l’evoluzione nello sguardo: più sereno, più franco, più forte, ma soprattutto più vivo.
Le parole non sono l’unico mezzo per comunicare.
E così, come per la Sirenetta, gli ingredienti principali sono stati la voglia di provare, il desiderio di cambiare, l’apertura di chi sta accanto; La potenza e il valore del cogliere con passione ogni singolo momento del nostro tempo. La favola si è riempita dei colori dell’arcobaleno 🌈. Il silenzio del mare si è intrecciato con i rumori della terra e tutto è diventato più bello.
Esperienze come queste, tra mente e cuore, dove non c’è chi seriamente prende e chi effettivamente da, ma crescono e maturano dalla condivisione del mondo, ti fanno capire quanto meraviglioso sia essere vivi.
➡📕📖Per chi volesse approfondire l’argomento, consiglio vivamente la lettura di “Ti hanno mangiato la lingua?” un testo di Daniela Conti.