Relazioni trappola. Soffocano, costringono, limitano e ingabbiano: eppure, tante volte è così difficile uscirne. Come può esserci amore? Dove l’affetto? Tantissime sono le domande di ogni giorno e ciò nonostante si tende a rimanere. Si sta male, si continua a soffrire, ma non si riesce a liberarsene. Perchè?
- Cosa può aiutarci a superare le barriere?
- Quali atteggiamenti possiamo adottare?
- Che soluzioni esistono per uscire da queste trappole affettive?
Relazioni trappola: da dove partire per ritrovarsi in gabbia!
Come nasce una coppia? Questa è una domanda davvero complicata e alla quale non si può certo rispondere in un solo articolo di un blog di psicologia. Basti sapere che ogni coppia condivide e genera sensi, progetti e significati particolari ed unici attraverso i quali si armonizza e s’intona con il resto del mondo. Alcune coppie nascono per interessi simili, altre si legano per gli stessi valori. Altre coppie ancora trovano un loro equilibrio nel compensare uno le mancanze dell’altro… Certe volte capita anche che ci si innamori per tutti e questi tre motivi assieme o per mille altri ancora.
C’è poi una relazione particolare che è determinata da un legame per cui:
- Uno dei due partner è generalmente una persona tendenzialmente più schiva, ritrosa, poco incline al cambiamento. Tante volte è in ansia di fronte a ciò che è nuovo e preferisce vivere di esperienze conosciute e responsabilità limitate;
- A questa persona si affianca invece una più decisa, forte e determinata, che spesso fa forza ad entrambi e orienta le decisioni quotidiane.
Questo genere di coppia non è di per sé patologica: la parte emotiva e quella reattiva, se custodite da due persone consapevoli dei loro limiti, aperte all’ascolto, al confronto e al dialogo, possono produrre anche una grande ricchezza. Quando però i caratteri di entrambi i partner, o di uno della coppia, creano disagio nella relazione, sofferenza emotiva e disarmonia, allora quello è un campanello d’allarme.
La ragnatela della relazione iper-controllante
Quando la relazione comincia ad assumere dei toni spiacevoli? Ebbene, è naturale per una persona che tende a non lasciarsi andare preferire quei posti e quelle compagnie che possano generarle tranquillità e sicurezza. Il senso di protezione all’interno di una coppia è importante: ognuno di noi ha bisogno, in qualche modo, di sentirsi accolto dall’altro. Tuttavia, può accade di scambiare il senso di protezione con quella che invece è a tutti gli effetti una trappola.
Alcuni partner possono tessere (consciamente o meno) una serie di fili per indirizzare ogni azione quotidiana del compagno/della compagna, fino a gestirne ogni singolo momento. Ecco che allora, avere una persona al fianco più risoluta, non aiuta la crescita personale e l’apertura al mondo, ma bensì la limita in maniera seria.
Chi dovrebbe aiutarci ad ampliare l’alfabeto con cui decifrare la nostra vita, si tramuta in colui/colei che ne limita il racconto. L’altro della relazione, in questo caso, può risultare soffocante e iper-controllante: una vera e propria ragnatela da cui è difficile uscirne.
Come uscire da una relazione trappola? Io ho bisogno di lui/lei!
Come porre termine a una relazione che ci limita e ci ostacola? Soprattutto, come fare quando si avverte il senso di vuoto e di perdita al solo pensiero di allontanarci da quella che noi pensavamo fosse nostra “metà”?
Questa è una di quelle domande che spesso mi vengono poste in studio da quei pazienti e da quelle assistite che non riescono a riprendere in mano la propria vita. In sintesi, qui posso dirti che:
- Soffrire;
- Sentirsi inadeguati;
- Avere paura dell’abbandono;
- Temere di non potercela fare;
sono tutte sensazioni del tutto naturali e comprensibili se le si rileggono alla luce di una storia piena di timori e dalla seria preoccupazione che gravita sulle decisioni personali. Quando una persona ha vissuto molte situazioni con una forte angoscia di poter sbagliare, con la paura di essere giudicata: ebbene, è chiaro che avrà molta difficoltà a sganciarsi da quello che, anche in modo controproducente, era comunque un punto fisso.
Occorre allora farsi coraggio: poco a poco. Bisogna allenarsi: cosa? Beh, prima di tutto il nostro senso di responsabilità! Dobbiamo cominciare a prendere decisioni, nel concedersi la possibilità di sbagliare e affrontare le sfide che la vita ci propone. Cominciamo dalle piccole cose, per poi passare ad altri obiettivi – sempre più grandi. Occorre aprirsi al dialogo, ascoltandosi prima ancora di ascoltare; Un lavoro importante a riguardo fare sarà quello sul riconoscere ciò che ci dicono le nostre emozioni.
Imparare a conoscersi significa aprirsi a nuovi modi di essere. Senza agitarsi, per non invischiarci ancora di più nella rete, ma neppure stando fermi – concedendo ad un’altra persona il privilegio di essere necessaria per noi, cominceremo poco a poco a tagliare i fili della ragnatela.
Ciò non significherà sempre e necessariamente cambiare partner, tuttavia questi passaggi saranno di aiuto per riprendere in mano la nostra vita e goderla in modo pieno ed identitario (dentro e fuori la relazione affettiva).
A presto,
Giuseppe M.