Mutismo Selettivo – La testimonianza di Ilaria, mamma di Simone

2019-12-17T08:28:26+00:00Di |

Qualche tempo fa ho avuto il piacere di conoscere Ilaria. Ilaria è una mamma, ha due bambini e fa la libero professionista! Il nostro incontro è frutto di un intreccio di circostanze che si è trasformato in una bellissima proposta. Ilaria mi ha invitato nel suo negozio per:

È stato davvero un pomeriggio piacevole e lo ricordo con il sorriso. Prima di questo splendido evento, Ilaria mi aveva raccontato di come, tempo addietro, si fosse affidata alla figura dello psicologo per una difficoltà del suo bimbo. Insomma, ad eccezione dell’ambiente domestico, Simone non riusciva proprio a parlare! In gergo, questo disturbo viene chiamato “Mutismo Selettivo”. La storia di Ilaria mi ha davvero tanto coinvolto e allora le ho chiesto se le andasse di raccontarla con un articolo: lei ha accettato subito!

Ringraziandola in anticipo condivido con te la storia di Ilaria, papà Stefano e del piccolo Simone perchè tu possa:

  • Conoscere cosa sia il Mutismo Selettivo;
  • Comprendere le dinamiche e le difficoltà di questo disturbo;
  • Orientarti qualora stessi vivendo una situazione simile a quella di Ilaria.

Buona lettura!

Il mutismo selettivo: la storia di Ilaria, Stefano e Simone

Ciao sono Ilaria ,mamma  di Simone e moglie di Stefano. Oggi ti racconto la nostra storia, la scoperta di qualcosa che neppure sapevamo  esistesse: il mutismo selettivo.

Correva l’anno 2012 quando decisi di intraprendere un’attività commerciale. In contemporanea, nello stesso anno, il mio piccolo Simone compiva tre anni e iniziava la sua avventura presso la scuola materna. Fino a quel momento Simone è sempre stato un bambino molto affettuoso, ma un po’ introverso; per esigenze familiari aveva già frequentato un anno di asilo nido nel quale tutto era andato per il meglio! Le maestre  dicevano che era un bambino abbastanza taciturno, ma i suoi bisogni e le sue esigenze li esprimeva tranquillamente a parole.

Mutismo Selettivo e Scuola Materna: la storia di Simone

 I primi giorni di materna sono andati benissimo. Simone mi diceva: «Mamma perché sei venuta a prendermi così presto, io voglio giocare ancora con i bimbi.»

Quindi in tranquillità abbiamo continuato il nostro percorso e per esigenze familiari il piccolo frequentava soltanto al mattino.

Quella mattina in cui Simone “perse la lingua”

Una mattina di  gennaio, mentre affidavo Simone alla maestra (una supplente, come ne seguirono a turno molte altre) si avvicina una bambina di 5 anni  (la classe era di età mista) e mi domanda:

«Perchè Simone non parla?»

Io rimango stupita dalla domanda, anche perché a casa era un gran chiacchierone! Sto per rispondere quando la maestra mi precede dicendo:

«Non ha la lingua: ha lasciato a casa la lingua!»

La risposta non mi aveva convinto molto e provai a rispondere anche io alla bambina spiegando che Simone era un bimbo a volte un po’ timido, ma tanto affettuoso e che aveva piacere a stare con i suoi compagni!

Il tempo passa, intanto un altro anno  trascorre  tra alti e bassi. Tutto sembrava normale. Le maestre dicevano di Simone che era un   bambino molto ubbidiente, ordinato e che partecipava volentieri ai giochi di gruppo, tuttavia era anche molto silenzioso.

Quando abbiamo preso coscienza del Mutismo Selettivo

L’ ultimo anno di materna veniamo convocati per un colloquio con le maestre e il preside. Qui finalmente ci spiegano nel dettaglio cosa succede a scuola:

  • Il bambino non aveva mai parlato in due anni e mezzo;
  • Nessuno aveva mai sentito la sua voce;
  • Probabilmente c’era un problema, soprattutto perché da lì a 7 mesi avrebbe iniziato le scuole elementari.

Le maestre si erano preoccupate, poste il problema e sentite in obbligo ad esporcelo.

Io torno a casa in lacrime. Mi è crollato il mondo addosso. Con mio marito abbiamo preso coscienza del fatto che avevamo un problema da risolvere, un problema che fino a quel momento non sapevamo che esistesse, anche perché nostro figlio in casa parlava tranquillamente sia con noi che con i nonni. Non avevamo avuto modo di renderci conto di tutto ciò, prima di allora.

Mutismo Selettivo: esami, questionari, psicologiaAmmortizzato il colpo, iniziamo subito a darci da fare: contatto il pediatra, prendiamo appuntamento presso la neuro-psichiatria infantile e inizia tutto il periodo dei vari test. Intanto la scuola materna è terminata. Ad inizio agosto ci danno una risposta: dal punto di vista neurologico il bambino è perfettamente sano, dotato di un quoziente intellettivo leggermente superiore alla media. Diagnosi: Mutismo Selettivo.

Simone, il Mutismo Selettivo e l’inizio della scuola

L’inizio della scuola era vicino. Ad Agosto fissiamo un appuntamento con la psicologa: da lì in poi ci avrebbe seguito in un percorso di terapia familiare. Di comune accordo al preside delle elementari fissiamo anche un incontro con i maestri e la psicologa prima dell’inizio della scuola.

Da quel momento tutte le settimane, una volta alla settimana, avevamo il nostro appuntamento fisso con la psicologa, per aiutare nostro figlio a uscire da quel silenzio che iniziava oltre le mura di casa.

Il primo anno delle scuole elementari è stato particolarmente difficile: in varie occasioni mi sono sentita chiamare dalla bidella che mi diceva di andare a scuola: il bambino si era fatto la pipì addosso, pur di non esprimere a parole il bisogno di andare in bagno.

Ho iniziato a pormi 1000 dubbi. Sono stata accusata ingiustamente di essere io la causa diretta dei problemi di mio figlio, perché avevo scelto di lavorare invece di essere una “mamma a tempo pieno”. Proprio in quella fase il supporto psicologico fu molto utile a me e a mio marito: la psicologa ci spiegò che i problemi sorti fuori casa si manifestano fuori casa e se io fossi stata il problema di mio figlio il bambino avrebbe mostrato in casa tali atteggiamenti.

Il Mutismo Selettivo e la magia del Natale

Il secondo anno le cose cominciarono a migliorare! Noi continuavamo la nostra terapia e i maestri si confrontavano con la psicologa dimostrando di fare parte di una scuola attenta ai bisogni dei bambini. Tra i banchi Simone non aveva ancora iniziato a parlare, ma riproduceva i  suoni degli animali e non si faceva più la pipì addosso: quando aveva bisogno si alzava e andava in bagno.

In terza elementare Simone era un bimbo molto ambizioso e aveva voglia di dimostrare la sua bravura! Probabilmente fu anche questo suo desiderio a permettergli di fare il primo importante passo avanti.

Mutismo Selettivo: il racconto di una mammaCome tutti gli anni nel periodo pre-natalizio la maestra faceva studiare ai bambini la poesia di Natale. Con un preavviso di tre settimane e molta fermezza la maestra di religione comunicò a Simone che lo avrebbe interrogato sulla poesia: era necessario recitarla per poter ricevere il voto!

È la mattina del 14 dicembre 2017, sto accompagnando a scuola Simone e insieme in macchina ripassiamo la poesia. Lo saluto, lo abbraccio davanti alla scuola e gli dico:

«Coraggio: la sai bene! Mi raccomando, vedrai che andrà bene!»

L’emozione irrompe ancora nel mio cuore e le lacrime di gioia scorrono sul mio viso ripensando a quel momento: 14 dicembre 2017 ore 11:10 mi squilla il cellulare è la scuola, è la maestra che mi dice:

«Simone ha parlato: ha detto la poesia di Natale!»

Nell’altra stanza, a bassa voce, solo con la maestra, girato di spalle, guardando il muro… ma l’ha fatto! Simone aveva parlato! È la magia del Santo Natale e il buon Dio mi ha dato il regalo più grande e che desideravo da tanto tempo!

Simone comincia a parlare a scuola!

Da quel giorno le interrogazioni di Simone si svolgevano in privata sede con i maestri. Simone stava crescendo, stava cambiando!  Un giorno un’amica mi suggerisce un libro scritto da un ragazzo che ha vissuto il mutismo selettivo sulla propria pelle: “La sfida di Riccardo”. Decido di acquistarlo e leggendolo mi sono accorta che la prima parte era scritto “a misura di bambino”, quindi coinvolgo Simone per leggerlo insieme.

Mutismo Selettivo e scuola elementare: il caso di SimoneIn un  secondo momento decido di mettere in pratica i suggerimenti scritti da questo ragazzo.

In accordo con gli insegnanti ci alternavamo 2 volte a settimana, io e  mio marito, nel frequentare 10 minuti dopo le lezioni l’aula di Simone “vuota” insieme a lui per metterlo a proprio agio e per permettergli di cominciare a parlare con un tono di voce normale all’interno delle mura scolastiche.

In un tempo relativamente breve questa strategia diede i suoi frutti e il  bambino cominciò a sussurrare alcune  parole all’orecchio dei compagni prediletti, anche complice una delle maestre che in occasione di un’ora di supplenza decise di far giocare i bambini al “telefono senza fili”. Quella volta, senza problemi, Simone giocò!

Quando Simone capì che era diventato grande!

Giorno dopo giorno Simone faceva sempre qualche piccolo passo avanti:

  • Leggeva in classe a voce bassa;
  • Accettava le interrogazioni al banco!

Ora bisognava aiutarlo a trovare il coraggio di aprirsi anche al resto del mondo e non solo alla sua classe.

A novembre dello stesso anno… novità delle novità: era da tempo che desideravamo un altro bambino e finalmente eccolo! Stava crescendo dentro di me. Una sera, d’accordo con mio marito, era giunto il momento di informare Simone della gravidanza. L’ho chiamato e invitato a sedersi sul divano in mezzo a noi dicendogli che dovevamo parlargli di una cosa molto importante:

« Simone, nella pancia della mamma sta crescendo un bimbo: tra 6 mesi diventerai fratello maggiore. »

Lui mi ha guardato con gli occhi emozionati e senza fiatare mi ha stretto in un forte abbraccio. Da quel giorno la complicità tra di noi è aumentata: la curiosità nel sapere come stava crescendo il suo fratellino e la voglia di vederlo si fecero sempre più strada. Abbiamo scelto insieme il nome e preparato tutto il necessario per l’evento che si stava avvicinando.

Mentre la quarta elementare volgeva al termine, nasce il fratellino di Simone: Filippo! Tra loro è subito amore a prima vista. Come un omino mi aiuta ad accudirlo, lo coccola e ci gioca. Il ruolo di fratello maggiore gli piace e si sente importante, si sente grande e si accorge che sono i bambini piccoli che non parlano e che i grandi li aiutano ad imparare parlare!

Il lieto-fine di quest’avventura: la voce libera dal silenzio!

Dalla nascita del fratellino, come per magia Simone scopre di essere simpatico: a scuola attira l’attenzione con la sua simpatia nel raccontare barzellette. Forte di questo un giorno dico: « Simone dai,  fai sentire anche alla signora Lucia come sei bravo a raccontare le barzellette! » e lui, schiarendosi la voce, raccontò 1, 2 ,3 barzellette! Wow 😯 davvero?

Ero incredula, avevo appena sentito mio figlio parlare ad una persona a lui sconosciuta! Il buon Dio c’è! Mi aveva ascoltato. La fede in Lui e il bene per mio figlio mi hanno spinto a non arrendermi ed ora il nostro premio è arrivato.

Simone si sente libero di parlare e di esprimersi con tutti, finalmente la sua voce è libera dal silenzio.

A chi vive situazioni  di mutismo selettivo dico:

Fatevi aiutare dagli psicologi, cercate la collaborazione degli insegnanti e siate molto pazienti. Custodite la fede e coltivate il coraggio di crederci perché ogni bimbo ha una sua evoluzione e prima o poi i miglioramenti arrivano.

Ed infine sorridi e tutto sarà più facile.

Ilaria

in collaborazione con Dott. Giuseppe M.

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