Ogni giorno i social vengono invasi da cattiverie gratuite. Alcuni utenti trovano quasi piacere ad imbrattare il web con frasi nere e taglienti. Sono gli HATERS, in italiano gli “odiatori”: un gruppo nutrito di persone che trascorrono le ore sul web a riversare odio e rancore verso il malcapitato di turno.

Ma è possibile combattere un hater? Come rispondere sui social? Qual è la migliore strategia per fermare la valanga d’intolleranze e messaggi negativi dell’odiatore? Te lo spiego in questo articolo!

Come posso ricavare il massimo risultato da ciò che leggerò?

Ti piacerebbe creare un effetto farfalla, per cui da una semplice lettura puoi dar vita ad un’autentica rivoluzione? Ti consiglio allora di leggere anche questo breve articolo su Come trasformarne i contenuti che ti interessano in benessere pratico.

Il Web: un mondo a responsabilità limitata

Internet è uno spazio aperto: non tutti conoscono l’insieme di leggi e di regole che lo strutturano; a volte, poi, queste norme sono decisamente elastiche. Quotidianamente, sui social – da Facebook, a Instagram, fino a Twitter – veniamo invasi da insulti, voci grosse e cattiverie. Ogni giorno leggiamo post razzisti e omofobi; ora dopo ora i social network vengono invasi da crudeltà gratuite e sentenze spietate verso quel politico, quel trafiletto di giornale o quel particolare personaggio famoso. A volte toccano anche i ragazzi: allora parliamo di cyberbullismo! Io personalmente me ne accorgo sbirciano fuori dalla mia Pagina Facebook, Giuseppe Marino – Psicologo (che fortunatamente, ad oggi è ancora un’isola di pace).

Tutto questo è opera degli haters: utenti che occupano il loro tempo a cercare spazi di sfogo e arene di combattimento, senza pensare che dall’altra parte dello schermo non ci sono numeri e ologrammi, ma altrettante persone – con emozioni e sentimenti.

Odio socialIl loro vociare è reso possibile dalla soglia minima di responsabilità che veste ogni nostro commento. Certo, qualcuno fa più attenzione, alcuni sanno dosare le parole o riescono a cogliere l’umanità che si cela dietro un codice binario… ma non per tutti è così. Internet è un luogo a responsabilità limitata, dove ognuno si sente padrone e tiranno della propria nuvoletta entro cui scrivere.

Viene da sé, quindi, che supportare la tesi del “Ma non pensi che…”, oppure sottolineare il potenziale che ha una determinata posizione… non serve a nulla. Non possiamo credere di far leva sulla responsabilità, laddove manca una cultura della responsabilità.

➡ Ma, allora, come come rispondere ai commenti d’odio sui social? Un modo c’è!

Ad ogni azione corrisponde una reazione…

Per risolvere il problema degli haters, approfittiamo di quella branca della psicologia chiamata “comportamentismo”. Il comportamentismo si occupa, lo dice il nome, dello studio dei comportamenti. È una disciplina che si è strutturata agli inizi del ‘900, ma che fonda le sue radici in terreni molto più antichi: forse ancora prima della nascita dell’uomo.

Ebbene, devi sapere che, come diceva bene Newton “Ad ogni azione corrisponde una reazione…” Così, ad ogni comportamento segue un risultato. Questo risultato, positivo o negativo, è ciò che da senso al nostro gesto. Ad esempio:

  • Accendiamo il camino per scaldarci;
  • Postiamo le foto alla ricerca di like;
  • Andiamo a correre per tenerci in forma;
  • Timbriamo il cartellino ogni mattina per ricevere lo stipendio a fine mese…

E così via… Ogni nostra azione è resa significativa dalle conseguenze che ne derivano. Queste dinamiche valgono per tutti noi, compresi gli haters di cui parlavamo prima… da qui deriva la formula di come rispondere agli odiatori sui social!

Non buttare benzina sul fuoco, ma se non siamo pompieri neppure acqua…

Ebbene, ci siamo: come puoi rispondere sui social e fermare l’haters? Se il comportamentismo non sbaglia e tutti i nostri atteggiamenti sono influenzati dal risultato che ci attendiamo ebbene… per estinguere un comportamento basta che questo… non abbia risultati!

La formula magica è semplice: ad ogni commento negativo, privo di critiche, ma volto solo a fomentare odio e cattiverie basta rispondere con il silenzio. Lascia che la fiamma si spenga da sola: lì, dove è nata e bruciando tra sé. Poco a poco, non troverà più combustibile al suo divampare. Questo è il modo più rapido per frenare l’odio sui social.

Ribattere a un hater, invece, è come gettare benzina sul fuoco: lo incendi ancora di più! L’hater non aspetta altro: non gli importa del tuo commento, ne di quanto valido possa essere – lui ha necessità solo d’infiammarsi.  Non ascolterà. Cercherà di trasformare ogni tua parola in combustibile senza neppure troppo capirne il significato. Il suo scopo? una scarica di adrenalina per ogni risposta che leggerà.

Ragionare, sottolineare l’ingiustizia o responsabilizzare educatamente potrebbe funzionare? Non sempre, purtroppo. Per riuscire ad appianare la fiamma degli odiatori non basta la semplice logica. Uno strumento molto valido si chiama assertività, ma per destreggiarla occorre spesso molta formazione e tanto esercizio. L’assertività può essere considerata come l’acqua per i pompieri: ma per utilizzarla al meglio occorre prima di tutto fare pratica e prendere il “brevetto”, altrimenti si rischia di essere accerchiati dal fuoco senza neppure accorgersene.

A presto,
Giuseppe Marino