Cos’è la psicoterapia? In cosa consiste un intervento terapeutico psicologico? Ho provato a spiegarlo in questo articolo, facendo un paragone tra quello che è il percorso psicoterapeutico e la pittura di Caravaggio.
Michelangelo Merisi, detto “Il Caravaggio”
Michelangelo Merisi, o Amerighi, noto a tutti come il Caravaggio, è certamente uno tra gli artisti italiani più conosciuti ed apprezzati di tutto il mondo. Le sue tele hanno ribaltato le concezioni di pittura e i canoni dell’epoca, illuminando un nuovo scenario artistico attraverso un realismo sorprendente e i giochi di luce violenta che caratterizzano i meravigliosi quadri dell’artista. Ma per esserci luce, occorre che da qualche parte vi sia ombra.
La vita di Caravaggio: tra liti, amori e poesia
Oltre al grande mito artistico, il Caravaggio è conosciuto anche per la sua vita particolarmente rocambolesca. Il grande pittore nacque a Milano, il 29 Settembre del 1571. La sua vita fu tanto breve, quanto ricca e travagliata: Caravaggio era famoso per il suo carattere. Aveva un animo forte e impetuoso, selvaggio e incline alle zuffe. Frequentava compagnie poco raccomandabili e si aggirava tra locande e borghi sconsigliati. È famoso l’omicidio nel 28 Maggio 1606, quando Merisi ferì a morte il rivale Ranuccio Tomassoni dopo una partita a pallacorda (una sorta di tennis dell’epoca). Amato e stimato e contemporaneamente odiato e fortemente disprezzato, il nome di Michelangelo Merisi s’investì presto di una fama importante per cui dovunque egli capitasse già tutti conoscevano la sua arte.
“…prese poco dopo il cammino per Napoli; nella quale città trovò subito impiego, essendovi già conosciuta la maniera, et ‘l suo nome.”
[Bellori, raccontando della fuga di Caravaggio da Roma dopo l’omicidio di Tomassoni]
Ma su questo terreno tanto roccioso, attecchisce comunque il seme di una nuova poesia iconografica. I dipinti del pittore lombardo hanno influenzato la pittura barocca dando vita alla corrente del caravaggismo. Dopo la venuta del Caravaggio le impressioni su tela acquistano una nuova forma espressiva. La psicologia, la carnalità, l’emozione, il realismo e la naturalezza si intrecciano nei dipinti di Caravaggio e li rendono unici, estremamente caratteristici e splendidamente umani.
Lo stile di Caravaggio
Ma come dipingeva Caravaggio? Beh, secondo le fonti all’epoca dell’artista le tele erano preparate ricreando uno sfondo chiaro sul quale veniva successivamente abbozzato e poi creato il dipinto. Ma Michelangelo Merisi esce dagli schemi: c’è chi dice fosse una decisione dettata dalla povertà del pittore, chi invece la giudica una vera e propria presa di posizione. Caravaggio a discapito dei canoni, parte da uno sfondo nero. Incide o traccia alcuni lineamenti che lo aiuteranno a dare vita ai suoi capolavori e infine dipinge, dando risalto a un attimo particolare all’interno del quadro: una persona, una scena, un momento. La luce è padrona e lo sfondo rimane lontano e marginale. Nasce un nuovo stile di dipingere.
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Una nuova luce: da Caravaggio alla psicoterapia
Lo stile di Caravaggio si presta tantissimo a una buona similitudine con quello che può essere il percorso che si affronta durante i primi passi della terapia psicologica. Lo sfondo nero è paragonabile alla malattia: sfumata, confusa, certe volte sulla tela i contorni sono grossolani e deformi. In alcuni casi non v’è nulla: solo l’oscurità. Così, anche per noi, la malattia psicologica si presenta come una confusione di spazi; come lo sfondo per Caravaggio si fa sempre più buio, anche la malattia – se non curata – attecchisce e rende man mano i nostri lineamenti più soffusi, distorti, manchevoli. Infine, la nostra identità scompare e lascia il posto a una tavola nera.
Il sintomo: la ferita che orienta la diagnosi
Nell’ombra, Caravaggio tracciava alcune linee e qualche incisione: nulla di concreto ancora, solo linee che potrebbero aiutare a dare forma al dipinto – una sagoma per la testa, due rifiniture per le mani, qualche segno per braccia o gambe. Non c’è ancora chiarezza, ma attraverso questi punti, il pittore schematizzava i suoi capolavori. Così ogni oscurità ha i suoi punti di luce e le sue cicatrici che parlano. I sintomi, che tante volte ci confondono o ci allarmano, sono in verità indizi e tracce che possono aiutare significativamente l’iter terapeutico. Il nostro corpo ci mette in guardia, la nostra psiche ci invia dei segnali importanti per comprendere la sofferenza. Se per Caravaggio, conclusa la bozza, comincia la creazione del capolavoro, così, nell’iter terapeutico, una volta scoperti i punti chiave, comincia il lavoro d’intendimento.
Un percorso verso la luce
Ed ecco la bellezza del Caravaggio: da una cornice nera ed informe, si stagliano scene e personaggi risaltati da un bagliore che coinvolge ed entusiasma. È la meraviglia della conoscenza. Dalla “Vocazione di San Matteo” fino alla “Crocifissione di San Pietro”, dal “Narciso” alla “Madonna dei Pellegrini” la luce da risalto ai personaggi, alle loro movenze, ai piccoli gesti e alle particolari espressioni che li caratterizzano appieno e danno una connotazione estremamente chiara e precisa delle personalità raffigurate, donando una splendida naturalezza e un’armonia totalizzante.
Così la terapia lavora per fare luce e portare alla luce la persona. Il sintomo poco a poco chiarisce la strada dalla malattia alla persona sofferente ed il lavoro diventa un intreccio di movenze, di particolari che riaffiorano e colori accesi che danno tonalità alla storia di vita. Così, durante il percorso psicologico, psicologo e paziente lavorano dal buio alla luce, aiutati dal sintomo. L’alleanza tra il clinico e il paziente rende possibile questo percorso.
Ovviamente è solo un paragone …
Certo questo è un piccolo paragone e come tutte le similitudini cerca di spiegare, ma lasciando sempre qualche punto in sospeso e qualche parallelismo non del tutto compiuto o esattamente conforme. Ma osservando il Caravaggio e la sua pittura tanto caratteristica e così fortemente ricca di carattere, non ho potuto pensare anche alla bellezza che si nasconde dentro ogni essere umano. L’arte passa anche per l’uomo e ogni uomo è di per sé un quadro di chiaro scuri sempre in movimento e continuamente in formazione. Conoscersi è un’opportunità. Comprendere la nostra natura ci da la possibilità di migliorare la nostra tela e vivere con serenità ed armonia la bilancia tra notte e giorno, tra luce ed ombra… proprio come nei quadri di Caravaggio.
“Quando non c’è energia non c’è colore, non c’è forma, non c’è vita.”
[Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio]
A presto,
Giuseppe Marino